Summer Sound Festival, Bergamo

Una piccola storia sui Kasabian…

Bergamo AltaSeduto su una panchina della gloriosa Fara, il 5 Luglio 2005, aspettavo che l’ultimo amico si facesse vivo all’appuntamento delle 8. “Stasera vediamo i Kasabian” avevo programmato poco prima al telefono. Lui ed altri, non troppo convinti, avevano accettato.

L’impeccabile struttura organizzativa del comune di Bergamo era riuscita a rendere invisibile anche a me, di solito particolarmente attento (come ovvio) agli eventi delle band inglesi in Italia, il concerto di quella sera. Li conoscevo sì, anche se superficialmente. Un singolo, ascoltato alla radio, visto su qualche music TV. LSF, tratta dal loro primo album andava abbastanza forte anche qui, nel 2005. Ma trovarmeli praticamente ad un palmo di naso da casa in una sera troppo calda per essere vera, con nessunissima altra possibilità di raddrizzare la serata, era stato un regalo della provvidenza.

Una pinta in un noto pub, molto vicino al parco di Sant’Agostino – dove si sarebbe tenuto il concerto poco dopo – era d’obbligo. Ed è proprio lì che la serata registrò il suo primo acuto. Entrando nel locale, un giovane poco più vecchio e molto più alto di me mi anticipò aprendo la porta dall’interno. Io dal fuori gliela ressi: Cheers mate mi fece lui. Ed effettivamente proprio un favore gli avevo fatto visto quanta fatica aveva comportato per lui scendere i due gradini che davano sulla strada.

KasabianCirca un’ora dopo, questo smilzo ragazzo inglese dalla barba lunga avrebbe avuto il compito di scuotere un’estate bergamasca appiccicaticcia e vogliosa di mare. Sergio Pizzorno, il chitarrista di chiarissime origini italiane, mi chiese anche una sigaretta e un accendino. Parlò poi con il padre, che gli resse generoso occhiali e portafoglio. Mi misi così a chiacchierare con loro delle loro origini italiane. Bergamo sembrava piacergli, meno la birra italiana. Quella sera avevano preferito ‘Jack & Coke’. Passarono due minuti e uno dei miei fidati amici uscì dal pub, sghignazzante. Al bagno aveva appena conosciuto il cantante dei Kasabian, Tom Meighan, leader della band. Vomitando invocava ‘Jesus Christ’.

Un paio di foto, due strette di mano, un augurio. Un’ora dopo avevo una nuova band preferita. Ero in prima fila, appoggiato alle transenne, con tutti i miei amici. Al concerto, costatoci la bellezza di 10 monete europee, c’erano circa 50 persone. Gli altri preferivano attendere fuori dal parco per poter entrare gratis e sdraiarsi sul prato con sottofondo di ‘Famiglia Rossi’ quando tutto questo sarebbe stato finito. Tornai a casa con un ghigno, come quando conosci una ragazza bellissima e sai che da lì in poi le cose le vedrai in maniera diversa. Quantomeno per un pò.

Da lì ad un anno i Kasabian sono diventati la mia ragazza, il mio migliore amico e il mio peggior nemico.

Il 16 Dicembre 2006 è stato un piacere reincontrarli dal vivo. Il fidato amico Traboo mi ringraziava picchiandomi sulle spalle mentre ci accodavamo a quelli che tentavano di entrare – seppur in modo ordinato – dentro il palazzetto. La Manchester Arena può contenere circa 15 mila persone ed i biglietti erano introvabili da mesi. Io me li ero assicurati per 30 monete britanniche prima che sparissero in circa mezzora. Eravamo in prima fila e loro erano forti. Una bomba. Nelle prime file era come essere in guerra, lo scontro era molto fisico e continuo. Sugli spalti invece si sentivano le vibrazioni molto più ammorbidite.

Questa è una piccola storia sui Kasabian, una grande band di cui vi parleremo questo mese a Five O’Clock.

Paolo B. (RBG)

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